Geotermia

Il mio  primo impianto geotermico in una casa in legno viene segnalato come “Best Practice” dal sito di Ground Reach.

Il progetto europeo avviato nel 2006 che coinvolge 16 paesi con l’obiettivo di promuovere l’utilizzo delle pompe di calore geotermiche negli edifici residenziali. Il sito raccoglie e commenta le “buone pratiche” a livello europeo ed indica, per ciascun esempio, tipologia di edificio, caratteristiche dell’impianto utilizzato, tipologia di sorgente termica, risparmio di energia ecc..

Che cos’è?

E’ un’energia pulita, durevole senza combustioni ed emissione di gas in atmosfera.
Gli impianti geotermici a bassa entalpia sfruttano infatti la temperatura del sottosuolo, che è costante tutto l’anno, per estrarre calore d’inverno e cedere calore per raffrescare d’estate. Lo scambio di calore viene realizzato con sonde geotermiche abbinate a pompe di calore.

Con un kW di energia elettrica è possibile estrarre dal terreno 4 kW di energia termica ottenendo una resa totale di circa 5 kW.
L’impianto inoltre non ha bisogno di alcun tipo di manutenzione eliminando così anche le ispezioni annuali delle caldaie e dei camini.

Il risparmio è considerevole: 55% in meno del metano, 60% in meno del gasolio e 65% in meno del GPL. In media il maggior costo di un impianto geotermico si riesce ad ammortizzare dai 4 agli 8 anni.

Da considerare anche la vita media di una pompa di calore geotermica si stima essere doppia rispetto alla vita media di una caldaia classica. Esistono degli incentivi statali anche sugli impianti geotermici.